In famiglia

scritto da Barbara.18
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Autore del testo Barbara.18

Testo: In famiglia
di Barbara.18

Affacciata alla finestra, Cinzia guardava il giardino della casa vicina. Accanto a lei Mimì sonnecchiava su una poltrona. Erano amici, studiavano insieme, si volevano bene come fratelli. Cinzia era passata da lui per certi appunti, poi si era trattenuta un po', come faceva spesso. Sembrava non avesse voglia di tornare a casa.

“Guarda quell’albero, Mimì: non è bellissimo?”

“Sì, hai ragione, “fece lui sbadigliando,” è bello. Bel ciliegio, davvero.”

“Che dici, non è un ciliegio. Tu proprio non ci azzecchi con le piante. Quello là è un pesco.”

“Pesco? Non credo proprio. Al mio paese ne ho visti di ciliegi da piccolo e ti assicuro che quello è un ciliegio.”

“Se vuoi ragione per forza, allora …ma quello è un pesco.”

Aveva alzato la voce, la madre di Mimì si era affacciata, preoccupata.

“Tutto bene, ragazzi?”

“Sì, mamma, tranquilla: tutto bene.”

Non era del tutto convinta, ma si ritirò in cucina senza insistere, sapeva che se il suo caro figlio sedicenne si trincerava dietro un Tranquilla: tutto bene non era il caso di insistere, si poteva solo aspettare che avesse voglia di parlarne.

Per qualche secondo fu il silenzio nella stanza.

“Allora che facciamo, studiamo un capitolo a testa e poi li ripassiamo insieme?” chiese d’un tratto lei.

“Non so. Bisogna sempre fare a modo tuo, eh?”

“Ma che ti prende oggi? Prima discuti per un pesco, poi per i capitoli da studiare.”

“Io non discuto per un pesco, casomai per un ciliegio.” Il tono della voce era alterato, Cinzia lo sogguardò con aria di sfida.

“Hai voglia di litigare? Va bene, sfogati pure ma non con me. Io me ne vado, ci vedremo quando ti sarai calmato”.

Fece per andarsene ma qualcosa la fermò. Improvvise, inattese, inconsuete: sulle guance grassocce del suo amico scorrevano due lacrime. Non lo aveva mai visto piangere, neppure per la morte del suo adorato nonno.

“Oddio, Mimì, mi dispiace, non volevo ferirti. Per un ciliegio, poi.”

Mimì estrasse un cuscino dalla sua poltrona e lo lanciò contro l’amica.

” Allora lo ammetti che è un ciliegio!”

“Ma che importanza ha? Non mi dire che piangi per questo.”

E invece sì, piangeva per questo, Mimì. Piangeva per questo e per tutte le volte che si era sentito sminuito, sottovalutato, incompreso. Al liceo, fra gli amici, perfino in famiglia. Un ciliegio non era meno ciliegio perché lo diceva lui. Sentirsi apprezzato, questo voleva. Fosse pure per aver riconosciuto un ciliegio.

 

In famiglia testo di Barbara.18
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